Sicurezza informatica, l’errore umano e le aziende italiane
Quello della sicurezza informatica o, come generalmente viene definita, della cyber security è un tema sempre più attuale e discusso, a vari livelli. Giorno dopo giorno mettiamo in rete sempre più informazioni che ci riguardano e anche se non le condividiamo con nessuno, il solo fatto che siano presenti su computer, smartphone o altri dispositivi le mette potenzialmente a rischio.
Per ogni persona ci possono essere numerosi rischi, dal furto di identità, a quello di denaro, passando per una scorretta manipolazione e condivisione di dati personali, anche sensibili. Per le aziende le cose si complicano se possibile ancora di più. I danni, economici e di immagine, dovuti ad un furto di dati o alla compromissione degli stessi possono essere molto significativi. Per questo motivo tutti, privati e aziende dovrebbero dotarsi di sistemi, come ad esempio Bitdefender che permettano di rilevare e fronteggiare numerose minacce virtuali.
Una soluzione come Bitdefender Internet Security 2019 offre un’evoluta protezione da ransomware multilivello con eventuale risanamento del sistema, supporto per parental control, protezione da numerose diffuse minacce online, che vengono bloccate preventivamente. Include inoltre strumenti evoluti e sempre aggiornati per tutelare la propria privacy, come un VPN integrato.
Un buon antivirus, con funzioni di antimalware, antispyware e magari VPN è molto importante per ogni azienda, ma da solo non basta, bisogna formare le risorse, che spesso con la loro scarsa consapevolezza informatica regalano letteralmente password e altre preziose informazioni a criminali e malintenzionati, senza che quest’ultimi debbano sviluppare software complesso o ideare trappole elaborate.
In Italia la situazione è particolarmente seria se messa a confronto con quella di altri paesi e si stima che il 50% circa dei problemi di sicurezza delle aziende sia dovuto proprio ad errori umani e non all’assenza o allo scarso aggiornamento di sistemi di protezione. Si tratta quindi di un problema culturale più che tecnico e forse proprio per questo più difficile da gestire. La strada da percorrere è senza dubbio quella della formazione e di un costante aggiornamento dei lavoratori, con un’opportuna sensibilizzazione su queste tematiche, così da evitare ad esempio, che una segretaria comunichi via telefono delle password o altri codici segreti, solo perché un sedicente servizio di assistenza li richiede.
Numerose sono anche le mail di phishing che ogni giorno tempestano le aziende italiane e i nelle quali molti ancora credono, comunicando informazioni che dovrebbero rimanere riservate. Riconoscere queste trappole e smascherare quindi le truffe richiederebbe solo una minima attenzione, ma se mancano le competenze di base e una corretta e specifica formazione sul tema anche le cose più banali si complicano.
Al momento solo il 16% delle aziende italiane impiega specialisti della cyber security rispetto a una media europea che si attesta attorno al 20%, anche questo non è un segnale positivo. C’è veramente molto da fare sul tema.